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Serie Bridgerton: bei costumi… e qualche magagna!

Beh, alla fine l’ho vista. Intendo la serie Bridgerton. Non ero molto convinta, avevo il sentore che l’ambientazione fosse troppo “modernizzata” (come accade troppo spesso ultimamente per le serie in costume), e io non amo le ”infedeltà” al contesto storico. Invece devo confessare che mi è piaciuta: la regia e la fotografia sono bellissime, i dialoghi anche, e malgrado le immancabili modernizzazioni si è riusciti a dare il sapore della vita che si conduceva all’epoca. Ma naturalmente non ho potuto fare a meno di scrutare i vestiti delle signore, e seppure non sono una storica del costume, beh… qualche magagna l’ho trovata!

Serie Bridgerton vestiti

Serie Bridgerton: i mitici corsetti? Tutti sbagliati!

Sono ormai entrati nell’immaginario collettivo, e oltreoceano i giornali riportano persino un ritorno dei corsetti proprio a causa della Bridgerton fever. Le scene in cui sono protagonisti? Quella in cui Prudence Featherington, citazione di Via col Vento, viene costretta a strizzarsi in un corsetto a viva forza, e quella in cui la protagonista Daphne addirittura sanguina per la pressione delle stecche. Ebbene, ecco la verità: tutto ciò fa parte di un trito e ritrito immaginario cinematografico, in base al quale i corsetti erano uno strumento di tortura che serviva solo a sottomettere le donne. Il che, a pensarci, è demenziale: non solo i corsetti erano semplicemente una moda non certo imposta dai maschi, ma non torturavano molto più di altri capi storici o di una moderna dieta ferrea e talvolta malsana! Anzi, spesso erano una comodità che (specialmente per le signore più grassottelle o più anziane) letteralmente salvava dal mal di schiena.

Prudence inutilmente strizzata

Ma non pretendo di essere creduta sulla parola. La serie Bridgerton si svolge all’epoca della Reggenza, e come avete potuto constatare la moda prevedeva quegli abitini detti “stile impero” che svolazzavano larghi a partire dal sottoseno. A cosa serviva quindi strizzare Prudence in un corsetto (dall’apparenza decisamente vittoriana, cioè 50 anni dopo) per stringere un punto vita che sarebbe rimasto invisibile? Come spiegano anche qui, a nulla: infatti i corsetti del periodo Reggenza erano molto diversi da quello di Prudence, e sicuramente assai più confortevoli. Eccoli qua, in originale, e non paiono propensi a far sanguinare nessuno.

Corsetti Reggenza, circa 1810

Come vedete, c’erano anche i reggiseni (se ne intravede uno addosso a Daphne, ci torneremo su), e a ben pensarci è piuttosto logico con una moda che prevedeva tanto risalto del seno ma con vita e fianchi invisibili. Eccone un paio… e lo so, sono davvero bellissimi.

Insomma, se su Bridgerton volevano trasmettere l’idea che all’epoca le donne fossero sì sottomesse ai ruoli sociali, ma anche torturate fisicamente con inutile sadismo, beh… per riuscirci hanno dovuto inventare di sana pianta!

Serie Bridgerton: si sono scordati la biancheria intima

Quando ho visto la bella Daphne togliersi al volo un vestito da sera e rimanere in reggiseno, sono rimasta sbalordita. Così come lo sono rimasta nel vedere le ragazze indossare i corsetti direttamente sulla pelle. Ma è proprio un no no no! E non occorre essere studiose del costume per saperlo: basta essersi imbattute in qualche bel tutorial “biancheria ottocentesca” su YouTube, ce ne sono credo a centinaia. In sintesi: anche i sassi sanno che le signore, almeno fino alla prima guerra mondiale, sotto ogni vestito indossavano strati e strati di biancheria.

Serie Bridgerton corsetto

Guardate qui, ad esempio. Epoca Reggenza: il reggiseno corsetto (praticamente analogo ai nostri bustier) veniva indossato sopra un camicione leggero delle stesse dimensioni del vestito. Sotto tale camicione si indossavano mutandoni lunghi, mentre sopra il corsetto e prima del vestito un’altra camiciola leggera. In pratica, quattro strati di biancheria intima prima di infilarsi nel sospirato vestito da sera. Le ragazze Bridgerton invece mettono tranquillamente i loro bei vestiti sulla pelle nuda, e questo è forse il principale errore commesso dai costumisti.

Serie Bridgerton: ma la regina non segue la moda?

Lascio alle esperte “vere” di storia del costume l’analisi della correttezza di costumi, accessori e makeup. Ma anche ad una semplice appassionata come me la domanda sorge spontanea: ma la regina e le sue dame non seguono la moda? Perché nel tripudio di vestitini stile impero, la regine e le dame di corte indossano vestiti in pieno stile tardo rococò! Ora, ci sta che le signore anziane (e la regina non lo è) spesso rimangano affezionate alla moda della loro gioventù, accade oggi ed è sempre accaduto nei secoli, ma non pare proprio questo il caso. Le sue amiche poi hanno trent’anni, sono ricche e di gran vita sociale, eppure si vestono come trent’anni prima. Incluse le parruccone bianche ormai fuori moda da tempo. Perché questa scelta? Non è dato sapere.

Serie Bridgerton regina
Regina e dame viaggiatrici del tempo

Quel turbinare di cambi d’abito

Per finire, un’ultima osservazione più “pratica”. Nella serie Bridgerton sono rese molto bene le difficoltà e i costi che si dovevano affrontare per un abito nuovo. E questo problema toccava anche le classi abbienti: i vestiti erano cuciti e ricamati a mano, e pochissimi poteva permettersi di avere guardaroba straripanti come noi, figli di un’epoca industriale e globalizzata dove tutto costa niente (e vale anche poco, purtroppo). Da qui però, è evidente che nessuno poteva permettersi continui cambi d’abito come invece vediamo nelle serie in costume come Bridgerton ma anche la stessa Downton Abbey, pietra universale di paragone. Almeno per tutti i giorni o in casa si indossavano sempre le stesse cose, e non si cambiava certo ogni giorno il colore della vestaglia!

Daphne Bridgerton
Daphne Bridgerton con la sua 15ma vestaglia

Ma questo è un errore perdonabile. In fin dei conti, noi telespettatori dalla mente vintage non siamo mai sazi di outfit spettacolari e di sbirciare nella moda d’epoca. Anzi, i più “malati” di noi vorrebbero poter ammirare mille costumi diversi a puntata: per cui possiamo chiudere un occhio sul “consumismo costumistico” e… per favore, datecene ancora!

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